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71 messaggi.
Massimiliano Massimiliano da milano pubblicato il Giugno 19, 2019 alle 5:54 pm:
Buongiorno, sto effettuando la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 precompilato. Nel 2018 ho guiadagnato circa 2500 euro con un lavoro online per un'azienda americana. Visto che non ho partita iva e loro non sanno cosa sia la ritenuta d'acconto, come posso dichiarare correttamente questi introiti? Grazie mille
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Buonasera sono Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che se lei non ha un datore di lavoro non può (a meno che sia cessato un rapporto di lavoro in essere nel 2018) presentare il modello 730 2019 precompilato, Può compilare il modello redditi 2019 però. I redditi esteri possono non avere ritenute poiché i redditi sono erogati da aziende soggette a sistemi fiscali diversi da quello italiano. Nel caso suo lei deve compilare il quadro RL del modello redditi 2019 precompilato e scegliere il rigo RL15. Vedrà che che per tale importo di 2500 € non si determina imposta da pagare. Buona serata dott. Gatti Domenico
Giacomo Giacomo da Verona pubblicato il Giugno 13, 2019 alle 9:24 am:
Buon giorno ho bisogno di un vostro consiglio. Mi sto trasferendo a vivere in Spagna dove ho preso la residenza e sto spostando i miei risparmi dal conto bancario italiano a quello spagnolo con regolari bonifici. La mia domanda è questa... Devo compilare qualche modello che informa l'ufficio delle entrate dei miei movimenti oppure no? È se un giorno magari tra qualche anno dovessi rientrare potrei avere dei problemi a riportate i miei soldi in Italia? Grazie Giacomo
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Buona sera sono Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lei non deve fare nessun adempimento per il trasferimento da Italia a Spagna. E non avrà nessun problema tra qualche anno se dovesse rientrare in Italia. Potrebbe avere al massimo un accertamento definito redditometro (che si verifica in vari casi comunque, indipendentemente dal fatto che lei sposta denaro all'estero); in tal caso le consiglio di conservare tutti gli estratti conto che spiegano i movimenti di queste somme di denaro ora dal conto italiano a quello spagnolo e poi da quello spagnolo a quello italiano se si ritrasferirà in Italia allo scopo di dimostrare che si tratta comunque di risparmi. Buona serata dott. Gatti Domenico
Laura Laura da Napoli pubblicato il Giugno 12, 2019 alle 9:09 am:
Salve Avrei bisogno di una info Ho venduto casa a €175.000. La casa l’ho acquistata a febbraio 2017 a 128.000€ quindi 47.000€ in meno e specifico che non ho usufruito di agevolazioni prima casa perché ero già proprietario di un altro immobile che però non era la mia abitazione. Deduco che ho generato plusvalenza ma per una serie di eventi credo di non doverci pagare tasse e vorrei chiedervi conferma delle mie intuizioni. Io sono militare , quindi ho la residenza in un comune diverso dalla mia abitazione . Sono sufficienti solo le utenze domestiche a dimostrare residenza per la maggior parte del tempo fra acquisto e vendita ? Inoltre dopo il rogito ,purtroppo, facendo il trasloco L immobile è stato danneggiato gravemente e quindi con L acquirente abbiamo convenuto la restituzione di euro 35.000. Questo fa sì che la mia plusvalenza si abbassi da €47.000 a 12.000€? Grazie anticipatamente
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Buonasera sono Gatti Domenico. La residenza si prova solo con la denuncia di cambio residenza presentata al comune di riferimento. In riguardo alla plusvalenza per la vendita dell'immobile non rileva la questione della residenza. Per poter beneficiare di una riduzione della plusvalenza lei e l'acquirente dovete firmare un contratto davanti al notaio nel quale deve essere scritto che il venditore, riconoscendo che l'immobile era stato danneggiato restituisce all'acquirente 35000 €. La restituzione deve avvenire tramite un assegno bancario o circolare che deve essere effettivamente incassato dall'acquirente. Buona serata Gatti Domenico

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Angelo Angelo da Udine pubblicato il Gennaio 16, 2020 alle 4:01 pm:
Buongiorno, scrivo per avere un informazione, se possibile. Io tra pochi giorni dovrei essere assunto da un azienda alimentare, con contratto flessibile al 74,qualcosa%. Nelle mie intenzioni ho quella di aprire un commercio online che sia quello tramite piattaforme varie o anche negozio online personale. Ho dubbi sulla fattibilità, nel senso se è possibile avviare un commercio regolare di tale attività o l'azienda dove andrò può negarmelo. Specifico che le cose che andrò a vendere non fanno concorrenza alla mia futura azienda. E se mi permettessero di aprirla, i 300 di inps dovrei versarli io o quelli della mia futura azienda basteranno? Grazie per la disponibilità e per il tempo che mi ha dedicato.
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Buongiorno sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che c'è esonero per pagamento di contributi Inps commercianti solo nel caso di sussistenza di contratto di lavoro a tempo pieno. Buona giornata Dott. Gatti Domenico
Adrian Adrian da Roma pubblicato il Settembre 8, 2019 alle 12:31 pm:
Salve, sono una ragazza di 25 anni che vorrebbe avviare in attività di vendita di abbigliamento online. Siamo io e mia sorella di 16 anni a voler cominciare quest’attività. Vorremmo avere delucidazioni a riguardo ed essere seguite di conseguenza da un commercialista. Grazie
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Buonasera sono Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le posso dire che potrebbe essere opportuno iniziare con vendite occasionali e poi aprire la partita IVA con opzione per regime forfetario. Se volete informazioni più dettagliate e volete avviare una collaborazione con il mio studio mi potete telefonare al numero di cellulare 3895559595. A causa della eccessiva pubblicità vi chiedo di inviarmi un messaggio con vostro recapito telefonico o di cellulare se intendete contattarmi. Grazie. Buona serata dott. Gatti Domenico
Giuseppe Giuseppe da België pubblicato il Luglio 22, 2019 alle 2:37 pm:
Buongiorno Dott. Gatti, vi contatto al fine di sapere più info possibile per aprire un'attività quale un "cafè letterario" nel Siciliano. incentivando il territorio socio-culturale della zona, dando spazio ad artisti emergenti, dando un punto di ritrovo ai giovani anche per leggere un libro; di fatti ci piacerebbe proporre inoltre alla casa Comunale la possibilità di trasferire la propria Biblioteca nell'attività. Diciamo che nell'immaginario c'è molto da fare e da chiedere, pertanto vengo al dunque. In che modo è possibile aprire un'attività con degli incentivi europei/statali facendo leva anche su fondi regionali per incentivare l'arte e la cultura nel territorio. concludo ringraziandovi e spero pertanto di ricevere un vostro aiuto magari privatamente. vi Auguro una buona settimana e un buon lavoro. Spero presto.
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Buonasera sono Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che allo stato attuale per realizzare quanto da lei espresso la formula giusta sarebbe aprire un bar con la il bando "Resto al sud". Sarebbe un attività che realizza servizi e avrebbe anche una vocazione di promozione del territorio, come a me sembra di aver capito che lei voglia realizzare. Per ottenere un finanziamento sufficiente a realizzare il progetto (compreso quello di trasferire la biblioteca comunale, sempre che il comune lo permetta) si potrebbe pensare a una forma di srl con due soci in modo da poter arrivare a una richiesta di 100.000 €. Le dico che ci sono dei requisiti che però si devono avere per accedere ai bandi. Nel caso del bando "Resto al sud" per esempio il limite di età è di 46 anni e si deve trattare di soci che non abbiano un contratto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e non abbiano avviato già altra attività di impresa. Inoltre la parte a fondo perduto è del 35 % della spesa ammissibile poi il 65 % va restituito in 8 anni con un tasso di interessi pagato tramite un ulteriore contributo proveniente dai Fondi europei. Il prestito però è garantito dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. La sua domanda come vede per avere una risposta precisa richiederebbe informazioni altrettanto precise. Inoltre anche in presenza di tutte le informazioni la risposta è troppo complessa e lunga e sarebbe opportuna una consulenza a pagamento. Buona serata dott. Gatti Domenico

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Stefano Stefano da Grottaferrata pubblicato il Gennaio 21, 2020 alle 5:40 pm:
  Sono titolare di partita IVA e negli ultimi due anni ho lavorato come libero professionista con brevi contratti di tre mesi rinnovati non continuativamente. Per questo motivo il mio reddito indicato nel CUD rilasciato dall'azienda era basso e cioè di 3500 euro nel 2016 e di 3200 nel 2017. Ho fatto la dichiarazione dei redditi per entrambi (sono con il regime forfetario) e pagato le relative tasse. Parlando con un collega mi è venuto il dubbio se potevo invece non fare la dichiarazione e non pagare perché rientravo nella no tax area. Quindi la domanda che vi pongo è questa: secondo voi con il mio reddito così basso rientro nella no tax area essendo con partita IVA? Vi ringrazio
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Buongiorno sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che nel caso di apertura partita IVA si è comunque obbligati a presentare le dichiarazioni dei redditi in riferimento agli anni nei quali risulta attiva la partita IVA. Buona giornata Dott. Gatti Domenico
Antonio Antonio da Monza pubblicato il Settembre 30, 2019 alle 11:19 pm:
Buongiorno. Dal 1/1/2017 al 31/5/2017 ero co.co.pro. per un'azienda. Il 15/09/2017 apro P.I. regime forfettario e il principale cliente è la stessa azienda per la quale ero co.co.pro. Per il 2019 il principale cliente è sempre la stessa azienda. Domanda: per l'esercizio 2020, devo aderire al regime ordinario o posso rimanere forfettario? Grazie mille e buon lavoro
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Buona sera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che poiché ha fatturato prevalentemente verso un soggetto fiscale che è stato datore di lavoro nei due anni precedenti al 2019 allora nel corso del 2019 ha perso i requisti per rimanere nel regime forfetario; pertanto nel 2020 la sua azienda si trova nel regime ordinario. Buona serata Dott. Gatti Domenico
Angelo Angelo da Roma pubblicato il Settembre 4, 2019 alle 3:28 pm:
Buongiorno, io sono attualmente in regime forfettario (attività di vendita servizi e corsi online) sto valutando la proposta di un'azienda austriaca come venditore porta a porta ma so che non è compatibile con il regime forfettario domanda: fino al fatturato netto di 5.000 € proveniente dall'attività di venditore porta a porta potrei mantenere il regime forfettario per la mia attuale attività? e solo al superamento di tale soglia dovrei trovare un regime fiscale con IVA che possa andare bene per entrambe le attività? Grazie
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Buonasera sono Gatti Domenico. In merito alla sua domanda lei può mantenere il regime forfetario fino al limite di 6410,26 € di compensi maturati per provvigioni per vendite a domicilio porta a porta. Nel caso in cui si supera tale importo come provvigioni e lei attivi il codice attività per vendite a domicilio porta a porta non ci si può più avvalere del regime forfetario. Buona serata dott. Gatti Domenico

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