Consulenza fiscale gratuita (rubrica completa delle consulenze)
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Buongiorno, sono pensionato e proprietario di un terreno agricolo, mi è stato proposto un contratto per un diritto di superficie a 25 anni, per impianto fotovoltaico, quale e da cosa dipende la tassazione che dovrò pagare? grazie
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. In caso di cessione del diritto di superficie lei deve stabilire un corrispettivo congruo rispetto alla cessione del diritto di superficie per 25 anni al soggetto interessato alla costruzione di un impianto fotovoltaico sul terreno agricolo di sua proprietà. Questo corrispettivo nel suo caso essendo stato cessionario negli ultimi 5 anni dello stesso diritto di superficie visto che lei è il proprietario pieno del terreno agricolo in questione nel suo caso, ripeto, il corrispettivo che le sarà pagato non deve essere soggetto a imposta.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
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Salve. Abbiamo una srl che però, nel primo anno, non è previsto faccia introiti, in pratica serve un anno circa di start up. Per questo motivo l’iva sarebbe un puro costo, almeno per adesso. Abbiamo necessità di sapere quindi se, in contratti di noleggio operativo di beni e in caso di acquisti, è possibile richiedere al noleggiatore/venditore di applicare il regime di reverse charge e, se sì, a quale normativa fare riferimento, perché ci siamo accorti che il 90% non ne ha mai sentito parlare e non saprebbe come applicarlo.
Grazie in anticipo per la consulenza
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Buongiorno. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. I noleggi che possono essere fatturati in reverse charge devono rientrare in un contratto di appalto in riferimento a committenze ricevute per lavori edili e si deve trattare di noleggi nei quali l’azienda fornitrice del nolo fornisce anche la manodopera per montaggio e smontaggio attrezzature e operatore che gestisce le attrezzature o i macchinari noleggiati. Si può consultare la risoluzione emessa dall’Agenzia delle entrate n° 205/E del 03/04/2007 come interpretazione dell’art. 17, comma 6, lettera a) del D.P.R. n° 633 del 1972 a seguito di istanza di interpello.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno, io e mia moglie stiamo per firmare il compromesso (che verrà regolarmente registrato) per l’acquisto della prima casa della quale saremo proprietari al 50% e dovremo pagare la fattura per l’intermediazione immobiliare. Vorrei sapere, se possibile, nel caso la fattura fosse intestata esclusivamente a mia moglie, se lei potrà l’anno prossimo detrarre l’intero importo consentito (Euro 190) oppure detrarrà solo Euro 95 (la sua quota di proprietà) ed il resto andrà perso. Grazie. Dario
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Buongiorno. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. Mi sembra di capire che la fattura emessa dall’agenzia immobiliare ha un importo totale uguale o superiore a 1000,00 €. In tal caso si ha diritto a una detrazione del 19 % di 1000 € e dunque a 190,00 €. Di tale detrazione se si è intestatari al 100 % se ne ha diritto al 100 %; se si è cointestatari dell’immobile adibito a abitazione principale se ne ha diritto in base alla percentuale di possesso. Pertanto sua moglie ha diritto a una detrazione pari al 50 % di 190 € e cioè a 95 €. Il resto è perso.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
dovrei fatturare un lavoro effettuato e non so come impostare la fattura. Il lavoro è stato eseguito presso un condominio, riguarda:
Installazione nuova elettropompa installata al Condominio per €500 (di cui €300 di materiali e €200 di manodopera per installazione), valutazione vecchia elettropompa 100 €, Totale intervento €400. La vecchia elettropompa verrà manutenzionata e rivenduta come elettropompa revisionata.
Come posso contabilizzare l’operazione facendo si che sulla fattura di installazione e vendita della nuova elettropompa risulti il ritiro dell’articolo usato, che ovviamente me lo scali dall’importo totale, ma sopratutto che l’articolo sia poi inserito in magazzino per una vendita futura.
Grazie per la Vs. disponibilità cordiali saluti.
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Buongiorno. In merito alla sua domanda la fattura da lei emessa va costruita cosi come segue :
nuova elettropompa 300,00
installazione nuova elettropompa 200,00
importo totale imponibile 500,00
IVA al 22 % 110,00
Totale importo fattura 610,00
Importo netto da pagare 610,00 €
Poi il condominio dovrà emettere un documento in cui dichiara di cedere in vendita alla sua azienda per l’importo di 100 € la vecchia elettropompa.
La registrazione contabile della fattura dovrà essere eseguita come segue :
dare avere
credito v/ clienti 610,00 in dare
ricavi da vendita 300,00 in avere
ricavi da servizi 200,00 in avere
IVA c/ vendite a debito 110,00 in avere
totale importo 610,00 610,00
La registrazione contabile della cessione della vecchia elettropompa dovrà essere compiuta cosi :
debiti v/terzi 100,00 in avere
merci c/acquisti 100,00 in dare
A quel punto la elettropompa vecchia rottamata risulta acquistata dalla sua azienda.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
ho sulla CU2020 € 3.762,44 di Ritenute Irpef (Punto 21).
Porto già in detrazioni (anno 2020 sesta rata di dieci) spese per ristrutturazione edilizia pari a € 29.600,00 e bonus mobili € 10.000,00.
Ho un rimborso irpef ogni anno di circa € 2.000,00.
Sto per affrontare una nuova ristrutturazione su un altro immobile, ma le detrazioni dell’immobile precedente sono rimaste in carico a me anche successivamente alla vendita (scritto in rogito).
Quanta capienza Irpef mi rimane per svolgere l’altra ristrutturazione?
l’Irpef per quest’anno rimarrà pressoché invariata.
Grazie per l’attenzione.
Saluti
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che poiché lei ha sostenuto un importo totale di spese pari a 39600,00 € detraibili al 50 % in 10 rate per 10 anni ottiene 1980,00 € di detrazioni ogni anno. Pertanto allo scopo di poter recuperare la differenza tra 3.762,44 € e 1980 € e cioè 1782,44 lei può spendere ancora per ristrutturazioni 35.648,80 € questo però ipotizzando che la detrazioni restino al 50 % della spesa per ristrutturazioni divise in 10 rate in 10 anni.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Salve. Dovrei aprire una partita iva da lavoratore autonomo. Produco videogiochi che vengono distribuiti online tramite Patreon. Quale è il mio codice ateco? Grazie in anticipo
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che nel suo caso poiché produce giochi che poi vende on line non occorre l’edizione del gioco. Pertanto deve attivare il codice ateco 62.01.00 avente descrizione “produzione di software non connesso all’edizione”.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buonasera
Sono un Avvocato (non iscritto all’albo perchè non esercito) e studio per il concorso notarile. Faccio parte dello stato di famiglia dei miei genitori.
Da qualche settimana ho intrapreso una collaborazione con una casa editrice che per ora ha ancora carattere non stabile ed occasionale.
Mi sono stati corrisposti due pagamenti mediante bonifico per gli importi di 1250,00 euro e 700,00 euro.
Mi è stata chiesta in proposito una notula, per rilasciare una ricevuta di prestazione occasionale.
Volevo capire come funziona l’imposizione fiscale, come comportarmi con riferimento alla ritenuta di acconto, se fare la dichiarazione dei redditi, le varie soglie (4800, 5000, 8000 euro) anche nella prospettiva di una futura apertura di una partita iva.
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che se lei svolge un’attività che viene remunerata con corrispettivi relativi al pagamento di diritti d’autore essi possono essere dichiarati senza aprire la partita IVA poiché si tratta di corrispettivi dovuti ad un’attività di tipo autorale e non professionale. Se invece la sua collaborazione con l’editore si esplica in un’attività di natura professionale allora può emettere al massimo prestazioni occasionali fino a 6250 € nel’arco di un intero anno e al massimo 3125 € per ogni committente. Quindi nel caso specifico può emettere verso un determinato editore al massimo note per prestazioni occasionali fino a 3125 €. Nelle note di prestazioni occasionali possono figurare servizi resi nel numero massimo di 30 giorni nell’arco dell’intero anno. Superata tale soglia si deve aprire la partita IVA necessariamente. In merito ai contributi previdenziali non si pagano contributi Inps fino a 5000 € di reddito lordo inserito nelle note di prestazioni occasionali; oltre l’importo dei 5000 € si è soggetti alla gestione separata Inps per la parte che eccede i 5000 € di reddito lordo inserito nelle note di prestazioni occasionali.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Nel 2018 rientravo nel regime dei minimi.Dal 2019 ne sono uscito.Le ultime fatture emesse 2018 sono state pagate nel 2019. Ora l’Ente verso cui ho emesso fattura mi avvisa di aver pagato le suddette erroneamente per intero(ovvero senza escludere ritenuta acconto) pretendendo che io versi indietro la somma indebitamente trattenuta oltre agli interessi ed alle sanzioni, provvedendo l’Ente stesso un ravvedimento operoso versando la ritenuta all’Erario. Non ritengo di dover pagare interessi e sanzioni, e mi chiedo se l’Ente verso cui ho emesso fattura ha diritto a chiedermi indietro i soldi, oppure se è tenuto a pagare le fatture così come le ho emesse, lasciando a me l’onere di eventualmente provvedere a saldare il mio debito con l’Erario in merito a quelle fatture
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che ai sensi dell’art. 72 della legge 190 del 2014 (legge istitutiva del regime forfetario) nel momento in cui vengono meno le condizioni per poter aderire al regime forfetario è il contribuente stesso che deve avvisare per tempo l’Ente cliente di tale situazione poiché l’Ente quando dovrà pagare una fattura o parte di una fattura non ancora pagata dovrà pagare solo l’80 % dei compensi indicati e versare all’erario il 20 % dei compensi a titolo di ritenuta d’acconto. Se il fornitore non ha comunicato all’ente per tempo di questa condizione e è stato pagato come se stesse ancora nel regime forfetario ovvero per intero su una intera fattura o sulla parte non ancora pagata residua di una determinata fattura allora è responsabile della restituzione all’Ente del 20 % dei compensi che l’ente dovrà versare come ritenuta d’acconto e anche a questo punto delle sanzioni e interessi per il ravvedimento operoso dovuti a causa del fatto che a questo punto il versamento della ritenuta d’acconto avverrà necessariamente in modo tardivo determinando dunque anche la necessità di versare sanzioni e interessi per il ravvedimento operoso. In riguardo all’IVA non si applica poiché l’IVA è esigibile quando viene emessa la fattura e in questo caso si tratta di fatture emesse nell’anno 2019 e cioè quando non si applicava IVA visto che ci si trovava nel regime forfetario.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
causa questa emergenza sanitaria sono attualmente in cassa integrazione.
Considerando che lavoro nel turismo la ripresa sarà molto lenta.
Nel frattempo vorrei provare a concretizzare un progetto di vendita online di alcuni prodotti di vario genere.
Domanda:
– Posso iniziare la vendita occasionale su amazon senza aprire la p.iva per effettuare un primo test?
– L’eventuale ricavato di amazon varia la mia situazione economica quando effettuo il 730? Devo dichiarare l’eventuale entrata?
– Quali sono gli adempimenti che devo svolgere per effettuare un’attività di questo tipo?
– Posso acquistare prodotti su siti/ negozi e rivenderli senza un loro consenso?
Grazie per il supporto
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che può iniziare un’attività occasionale di vendita su Amazon; questo incide sul modello 730 da presentare. Come adempimenti c’è solo il fatto di emettere e consegnare le ricevute di prestazioni occasionali a Amazon con bollo inserito sopra se supera i 77,47 euro. Lei può acquistare i prodotti dai siti o negozi però si deve capire se si viola qualche regola da loro stabilita se si commercializzano i loro prodotti. In tal caso ci si deve attenere alle regole stabilite dal fornitore.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
ho un’azienda individuale in regime forfettario istituita all’inizio di maggio 2019.
Sto richiedendo un prestito alla Banca dal Fondo di Garanzia per l’emergenza covid.
Il modulo 4 bis per aziende costituite dopo il 1 gennaio 2019 permette di fornire un autocertificazione con ricavi ottenuti nell’ultimo esercizio.
Essendo in regime forfettario la mia commercialista mi ha detto che non può fornirmi un bilancio ed essendo una nuova azienda non ho ancora una dichiarazione dei redditi.
Mi confermate anche voi che è sufficiente l’autocertificazione ai sensi dell’art 47 del dpr. n 445? Perchè la banca vorrebbe un bilancio 2019 però la mia commercialista insiste che essendo in questo regime non può farmi un bilancio.
Grazie mille
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che confermo che basta una autocertificazione ai sensi dell’art. 47 del DPR 445 del 2000 del fatturato incassato in tutto l’anno 2019 ai fini del prestito secondo decreto liquidità.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno, non ho mai fatto la dichiarazione dei redditi e avrei bisogno di alcune dritte. Ho lavorato stagionalmente Luglio e Agosto come Receptionist di hotel e ho percepito l’indennità Naspi nell’anno 2019. Devo fare la dichiarazione dei redditi? Posso farla online da sola? Grazie
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lei avendo due modelli di certificazione unica redditi percepiti 2020 per l’anno 2019 e presumibilmente non essendoci un datore di lavoro che conguaglia le imposte lei deve necessariamente presentare la dichiarazione dei redditi 2020 per l’anno 2019. Se vuole può presentare anche autonomamente la sua dichiarazione dei redditi. Tuttavia a causa dell’importanza dell’operazione ritengo opportuno che i contribuenti si affidino a professionisti per farlo.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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IN CASO DI LICENZIAMENTO DA UNA AZIENDA, SI RICEVE COMUNQUE L’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE SE SI HA UNA PARTITA IVA O SI SONO EMESSE NEI MESI PRECEDENTI RICEVUTE DI PRESTAZIONE OCCASIONE?
DURANTE LO STATO DI DISOCCUPAZIONE, È POSSIBILE RICEVERE L’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE ED EMETTERE CONTESTUALMENTE RICEVUTE DI PRESTAZIONE OCCASIONALE O APRIRE UNA PARTITA IVA?
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che in caso di partita IVA attiva o di emissione di prestazioni occasionali si può chiedere l’indennità di disoccupazione tuttavia si deve sapere che in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali superiore a 4800 € su base annua si perde interamente l’indennità di disoccupazione ricevuta in quel determinato anno; in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali inferiore a 4800 € su base annua si ha diritto a un’indennità di disoccupazione pari all’80 % di quella ordinaria per quel determinato anno. Poi se si chiede l’indennità di disoccupazione anche dopo in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali superiore a 4800 € su base annua si perde interamente l’indennità di disoccupazione ricevuta in quel determinato anno; in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali inferiore a 4800 € su base annua si ha diritto a un’indennità di disoccupazione pari all’80 % di quella ordinaria per quel determinato anno.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Salve
In caso di fallimento dell’azienda, si rischia di perdere il TFR?
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In caso di fallimento di un’azienda si rischia di perdere il TFR; tuttavia i lavoratori sono considerati creditori privilegiati pertanto in caso di presenza dell’attivo dell’azienda i loro crediti verranno pagati prima di altre categorie di crediti.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
Da anni affitto, con regolare contratto registrato, un appartamento a delle studentesse fuori sede; al momento,causa Covid-19, le studentesse sono ritornate presso le loro città di residenza ed hanno chiesto una riduzione temporanea del costo della locazione. Vista la situazione ho concordato con loro una riduzione del 50%. Adesso,essendo gli uffici della Agenzia delle Entrate chiusi, dovrei registrare la scrittura privata che modifica la locazione mensile. Ho letto sui quotidiani che occorre compilare il Mod. 69 sul quale però ho dei dubbi a procedere ed esattamente:
1) Trattasi di adempimento successivo? Credo di sì
2) Alla voce adempimento devo siglare REG.?
3) Sul quadro C devo scrivere qualcosa?
4) Il quadro E deve essere compilato? Cosa vuol dire negozio 7202?; l’affitto di un appartamento a delle studentesse rientra nel negozio 7202 (locazione non finanziaria del fabbricato) cosa significa?
5) Devo compilare anche il modello RLI?
6) Oltre chiaramente alla scrittura privata quali altri documenti o dichiarazioni devo inviare via mail all’Agenzia delle Entrate? Nell’inviare il modello con la scrittura privata cosa debbo scrivere o dichiarare sulla mail?
Mi scusi se mi sono permesso di domandarLe tutte queste cose ma con la chiusura degli uffici sono veramente in difficoltà.
Grazie anticipatamente.
Cordiali saluti.
Antonio
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lei può preparare l’atto di modifica del contratto firmato da entrambe le parti e inserire data di stipula e data di decorrenza dalla quale il canone viene ridotto e data fino alla quale permane tale riduzione del canone di locazione. Dopo dalla data di stipula se antecedente alla data di decorrenza dell’accordo si avrebbero 30 giorni di tempo per registrare la scrittura privata non autenticata. Tuttavia ai sensi del decreto definito “Cura Italia” tutti i termini sono sospesi fino al 31 maggio 2020 e dal 1 giugno si ha tempo fino al 30 giugno per registrare eventuali scritture private su cui pendono i termini sospesi. Comunque qualora volesse registrare subito la scrittura privata le dico quanto segue secondo le domande da lei poste. La registrazione dell’atto di modifica del canone di locazione in senso di riduzione dello stesso canone non è un adempimento successivo. Deve optare per “REG” si tratta di registrazione di un atto che integra un atto registrato in precedenza e cioè il contratto di locazione steso di interesse. Codice negozio indichi 7202 e cioè locazione non finanziaria di fabbricato. Non si deve compilare il modello RLI. Lei deve compilare e firmare il modello 69 in qualità di richiedente e poi deve inviare copia scannerizzata di un suo documento di riconoscimento, del modello 69 firmato, del contratto di locazione e dell’atto di modifica del canone di locazione all’indirizzo e-mail relativo all’ufficio territoriale di competenza dell’Agenzia delle entrate. L’ufficio territoriale di competenza è quello dove è stato registrato il contratto di locazione oggetto di modifica nel canone di locazione stesso stabilito.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno, Dott. Gatti la contatto per avere un chiarimento circa la doppia tassazione che viene applicata ai Frontalieri che lavorano a Lugano (Svizzera). Nello specifico mi potrebbe dire quanto pagherei di tasse per uno stipendio di CHF 3700 lordi, con residenza anagrafica a Martinengo (BG) e quanto percepirei in euro al netto?
Mi sono permesso di contattarla su questa e-mail perché non sono riuscito a scriverle nel suo sito.
La ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti
Carmelo
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lo stipendio lordo di 3700 franchi svizzeri va depurato dell’importo da destinare a contributi previdenziali e a quel punto restano 3469,76 franchi svizzeri. Poi se consideriamo 13 mensilità e che si deve applicare a quel punto la tassazione italiana allora viene un importo netto di 32836,82 euro per un importo medio di 2525,91 euro. Ovviamente non ho considerato le ritenute che il datore di lavoro le applica; bensì ho applicato direttamente la tassazione italiana.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno, ho un part-time da dipendente 4 ore giornaliere ed un secondo lavoro come assistenza con contratto collaborativo continuativo (co.co.co.) , con l’assistenza non avendo lavorato tutto Marzo 2020 mi dicono dal loro ufficio che tutte le collaboratrici possono richiedere l’aiuto dei 600 euro all’INPS ma chi ha un ulteriore lavoro di non fare la domanda perché poi tra qualche anno li dobbiamo restituire con un’ulteriore mora … Che faccio??
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che secondo il decreto “Cura Italia” lei essendo iscritta alla cassa obbligatoria relativa ala Fondo pensioni lavoratori dipendenti non può richiedere l’indennità di 600 €. Per intenderci se lei avesse avuto solo il contratto di collaborazione coordinata e continuativa e quindi essendo iscritta solo alla gestione separata Inps aveva diritto a richiedere i 600 €. Avendo anche il contratto di lavoro dipendente in essere anche se part-time o lavora o si può accedere per il tramite dell’azienda alla Cassa integrazione guadagni ordinaria o in deroga a seconda dei casi.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Salve ho un figlio che ha lavorato per l anno 2019 per un reddito complessivo lordo di 3880 ha 21 anni
Mi sono state tolte le detrazioni dicendo che il reddito era di 2840 ma invece è di 4000 per figlio minore di 24 anni se è così come faccio a recuperarli sempre se si può grazie
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che il datore di lavoro avrebbe dovuto applicare le detrazioni poiché suo figlio aveva meno di 24 anni nel 2019 e nel 2019 ha avuto reddito lordo inferiore a 4000 €. Per recuperare le detrazioni dovrà presentare dichiarazione dei redditi nel 2020 per l’anno di imposta 2019 inserendo le detrazioni per figlio a carico.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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La commercialista mi ha detto che posso recuperarli col 730 giusto? Il cud che ho ricevuto c è solo mia moglie a carico spero di essere stato chiaro grazie di nuovo
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Buonasera. A quanto ho capito nella certificazione unica è stata inserita sua moglie come soggetto a carico però se suo figlio non è stato inserito allora come le ho detto lei può recuperare le detrazioni per suo figlio a carico in dichiarazione dei redditi e quindi può farlo compilando il modello 730. Per ulteriori consulenze il servizio è a pagamento.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno, mia moglie nel 2019 ha lavorato per brevissimo tempo con 2 datori di lavoro differenti, ma il suo reddito complessivo non supera i 2840.51 Euro. Il mio dubbio è se considerarla fiscalmente a carico visto che non raggiunge il limite di reddito, oppure no, in quanto la presenza di più datori di lavoro la obbligherebbe a farsi la dichiarazione per conto suo. Grazie
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che sua moglie avendo lavorato con due datori di lavoro avrà due modelli di certificazione unica 2020 (riferiti all’anno di imposta 2019). Se l’ultimo dei due datori di lavoro ha conguagliato le imposte complessive non c’è obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi. Se l’ultimo dei datori di lavoro invece non ha conguagliato le imposte complessive allora deve provvedere a presentare la dichiarazione dei redditi anche sua moglie. Detto ciò essendo il reddito lordo percepito da sua moglie nell’anno 2019 inferiore a 2840,51 euro allora sua moglie può risultare a suo carico e lei dunque può beneficiare delle detrazioni per moglie a carico.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno,
Vi espongo la mia situazione.
Pochi giorni prima dell’attuale emergenza Covid19 ero assunto a tempo indeterminato, stavo per spostarmi in un’altra azienda dello stesso settore per un contratto simile ma che avrebbe avuto una retribuzione migliore, ho quindi presentato volontariamente le mie dimissioni per far si che che il nuovo datore mi potesse assumere! Purtroppo però l’azienda in questione ha avuto un brusco calo lavorativo dovuto a tale emergenza e attualmente non è più in grado di assumermi. La mia domanda è: posso usufruire di disoccupazione naspi o Rdc dal momento in cui ho presentato volontariamente le dimissioni? Ero assunto da agosto 2018. Vi ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che avendo presentato dimissioni volontarie non può usufruire di Naspi; la Naspi in caso di dimissioni la si può ottenere solo se si tratta di dimissioni per giusta causa. Ciò che può fare è richiedere il reddito di cittadinanza.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buongiorno. Desidero sapere se il decreto aiuta anche chi lavora solo con ritenuta d’acconto
Grazie
Mezzadri vania
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Buonasera. In merito alla sua domanda se ho ben compreso lei fa riferimento a chi ha svolto prestazioni occasionali. Purtroppo il decreto “Cura Italia” non prevede indennità per prestatori occasionali.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Salve, sarei intenzionato ad avviare una attività di self publishing, in merito al quale è richiesta l’apertura di una partita iva, in particolare al momento della pubblicazione del primo libro. Vorrei, attraverso la vostra consulenza, comprendere il modo in cui effettuare tale apertura e tutti gli elementi fiscali da prendere in considerazioni in merito alla attività suddetta.
Vi ringrazio anticipatamente e resto in attesa di un vostro gentile riscontro.
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Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che per la attività di self pubblishing dovrebbe aprire partita IVA con codice ateco 58.11.00 . Non essendoci un editore che si assume il rischio della produzione del libro e che si occupi della commercializzazione dello stesso testo non è prevista l’agevolazione dell’applicazione dell’IVA al 4 % sulle vendite per l’editore secondo l’art. 74 del D.P.R. 633 DEL 1972 mentre invece lei può opatre per il regime forfetario e se non ha mai svolto prima tale attività si applica un imposta sostitutiva pari al 5 % (invece del 15 % previsto per attività già svolte in precedenza) sul 67 % dei ricavi incassati in un anno. Stando nel regime forfetario lei può tramite comunicazione a da inviare all’Inps pagare invece che contributi fissi per la gestione commercianti pari a 3850,52 € all’anno contributi ridotti al 65 % dello stesso importo pari a 3850,52 € e cioè pari a 2502,84 € in un anno di attività. Superati i 15.593 € di reddito imponibile ai fini dell’imposta sostitutiva si applicano i contributi a percentuale pari al 24,09 % sulla differenza tra reddito imponibile ora citato e 15593 €.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
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Buonasera,
con la presente vi pongo un quesito in merito al seguente argomento: affitto di ramo d’azienda e iva.
Vi presento il caso: colui che affitta il ramo d’azienda è un imprenditore commerciale in regime forfettario.
L’atto notarile indica l’importo del corrispettivo percepito + iva (22%) da pagare con unica soluzione.
Quesito: la fattura emessa dall’affittante deve indicare un unico importo: corrispettivo + iva, oppure su questa operazione non deve essere applicata l’iva perché in regime forfettario?
Vi ringrazio anticipatamente della risposta
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Buonasera. In merito alla richiesta di consulenza le dico che in caso di imprenditore commerciale in regime forfetario se il fitto d’azienda non riguarda una delle attività escluse dal regime forfetario è possibile emettere fattura con solo imponibile senza IVA e applicare il regime forfetario anche al fitto di ramo d’azienda. Ovviamente la somma dei ricavi da attività commerciale incassati più i fitti di ramo d’azienda incassati nell’anno di interesse non devono superare l’importo di 65000 € altrimenti si esce dal regime forfetario a partire dall’anno successivo a quello in cui si è verificata la mancanza del requisito per accedere al regime forfetario e cioè ricavi incassati per importo inferiore o uguale a 65000 €.
Buona serata
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Buongiorno, ero associato ad una associazione sanitaria integrativa lavoratori telecomunicazioni. Tale associazione a fronte di quota iscrizione annuale, eroga rimborsi per cure mediche dietro presentazione di fatture e altra documentazione.
Ho ricevuto 1 rimborso per cure dentistiche nel 2016 e un rimborso nel 2018. Tali rimborsi sono stati dichiarati nelle dichiarazioni dei redditi dei due anni e quindi ho usufruito solo della detrazione sulla differenza tra importo fattura e importo rimborso. Per una clausola normativa ho dovuto restituire i suddetti rimborsi ad inizio gennaio 2020. A questo punto chiedo se gli importi da me pagati a fronte di rimborsi ottenuti e poi restituiti possono essere recuperati in sede di dich. redditi o in altro modo.
Grazie per il parere e buon lavoro!
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Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che siccome la manifestazione finanziaria di “pagamento” si verifica quando lei restituisce gli importi ricevuti a rimborso in precedenza allora può detrarre gli importi – secondo una determinata e ragionevole interpretazione delle istruzioni e informative emanate dall’Agenzia delle entrate – nell’anno di restituzione del pagamento. Però si deve aggiungere che in caso di spese riferite a soggetti sanitari privati tranne che per spese relative a medicinali e dispositivi medici la restituzione degli importi all’assicurazione sanitaria deve avvenire in modo tracciato dal 01/01/2020.
Buona serata
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buongiorno sono dipendente preso una azienda commerciale con meno di 6 dipendenti ,data l’emergenza scaturita dal coronavirus e avendo cessato la prestazione lavorativa in data 09/03/2020 proprio per la chiusura temporanea del locale situato in puglia,città taranto, ho chiesto al consulente di lavoro dell’azienda se fosse stata inoltrata la mia richiesta per usufruire della cassintegrazione(tenendo conto che sono inquadrato a tempo indeterminato dal 08/2017). la sua risposta è stata la seguente: La regione ha stanziato i soldi per la cassaintegrazione in deroga il 21 ,ma ancora non è operativa la procedura e secondo lui dovrebbero attivarla nell’arco di 2/3 giorni, ed allora il titolare della azienda potrà fare la richiesta.dopodichè una volta accettata dovrò fare io stesso la richiesta all’inps. volevo sapere cortesemente da voi se questa prassi è giusta o è una presa per i fondelli per guadagnare tempo in quanto oltretutto avanzo gli stipendi di gennaio febbraio e i primi 10 giorni di marzo.grazie anticipatamente
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Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che in caso di cassa integrazione in deroga le domande si trasmettono alla Regione o provincia autonoma a seconda dei casi da parte dell’azienda stessa. L’azienda indica alla regione o provincia autonoma i lavoratori beneficiari della cassa integrazione in deroga. Dopo la regione o provincia autonoma trasmetterà entro 48 ore i dati dei beneficiari all’Inps e l’Inps liquiderà le indennità sui conti correnti dei beneficiari direttamente. Non occorre che la domanda venga presentata dai lavoratori.
Buona serata
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Buongiorno,ho contratto indeterminato dal 07.01.20 artigiano metalmeccanico.Sono a casa per corona virus non pagata.Mi hanno detto che non possiamo usufruire di cassa integrazione perché l’azienda risulta da pochi mesi, l’anno scorso ha cambiato settore e non abbiamo diritto, dovevamo avere 36 mesi di esistenza come azienda. Vorrei sapere se e così e c’è qualche legge che tutela operai come me?
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Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che nella situazione attuale di emergenza COVID-19 alla cassa integrazione ordinaria possono avere accesso solo le aziende che contribuiscono al fondo di integrazione salariale FIS con più di 5 dipendenti; per il resto delle aziende e cioè quelle con numero uguale o inferiore a 5 dipendenti o non iscritte al Fondo di integrazione salariale FIS possono richiedere l’intervento della cassa di integrazione in deroga. Entrambi gli interventi di cassa integrazione ordinaria e quello della cassa di integrazione in deroga possono durare al massimo 9 settimane se relativi alla situazione di emergenza COVID-19.
Buona serata
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Buongiorno, sono un maestro di tennis con partita IVA regime dei minimi. Vorrei sapere cosa devo fare se fornissi delle video lezioni online. Che tipo di fatture devo fare per clienti UE o EXTRA-UE. Ho letto che dovrei emetterle solo in caso di richiesta del cliente…..e se non emetto fattura come registro l’incasso???
In attesa porgo cordiali saluti.
Andrea
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Buongiorno. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che lei essendo già titolare di partita IVA dovrebbe avere già attivato il codice ateco 85.51.00 codice che fa riferimento all’attività di “corsi sportivi e ricreativi” anche per fornire video lezioni on line. Se è già attivo tale codice attività va bene cosi e mi sembra di aver capito che si trova nel regime dei superminimi; se lo attiva ora può solo optare per il regime forfetario poiché non si può più aderire al regime dei superminimi. La fattura dovrà essere costruita secondo il modello opportuno per il regime dei superminimi o forfetario a seconda del regime fiscale agevolato nel quale si trova. In ogni caso non ha obbligo di fattura elettronica. Lei svolge un attività professionale e per questo motivo ad ogni incasso ha l’obbligo di emettere fattura e può emettere solo fattura. Lei deve emettere la fattura anche a clienti che si trovano in paesi dell’Unione europea diversi dall’Italia o in paesi che non fanno parte dell’Unione europea. Quindi gli incassi lei li può certificare solo con emissione di fattura. Pertanto è opportuno che si faccia inviare il codice fiscale da parte di ogni cliente. Qualora dovesse incorrere nella situazione che non può più rintracciare il cliente lei può comunque denunciare il corrispettivo all’Agenzia delle entrate in dichiarazione dei redditi e di conseguenza pagare l’imposta sostitutiva di interesse. Inoltre deve consegnare la fattura la cliente o inviarla tramite e-mail inviata da un suo indirizzo di posta elettronica certificata inserendo nel corpo del messaggio un particolare riferimento normativo allo scopo di ottemperare all’onere di consegnare o far recapitare la fattura al cliente. Naturalmente deve conservare documentazione a supporto dell’incasso e elementi a supporto della impossibilità di rintracciare il cliente.
Buona giornata
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Buongiorno,
vorrei chiederle qualche informazione. Il 19 marzo 2020 la mia Naspi è terminata, avevo dei colloqui in corso per trovare un nuovo lavoro, ma con l’arrivo del coronavirus è andato tutto in fumo.
Convivo col mio compagno, dipendente a tempo indeterminato, e abbiamo una bimba di 3 anni che fino ad ora ho avuto in carico io al 100%.
Il nostro isee a gennaio 2020 era di poco piu di 11000 €.
Vorrei sapere innanzitutto se essendo io ora inoccupata la bambina la devo per forza mettere in carico al mio compagno.
E poi cosa posso fare ora. Posso richiedere il reddito di cittadinanza facendo prima l’isee corrente? Ma l’isee corrente posso farlo subito o devo attendere dei mesi? Perchè io dal 20 marzo non percepisco più reddito, ma fino al 19 marzo percepivo la naspi, e so che il calcolo dell’isee corrente viene calcolato in base al reddito dei 12 mesi prima.
Il mio problema è che ora non percepisco nulla e causa coronavirus non troverò lavoro a breve, e se non posso richiedere subito qualcosa lo stipendio del mio compagno non ci basta per affitto, bollette, spesa, ecc.
Inoltre io ho anche intestate tutte le bollette e il contratto d’affitto, è tutto a nome soltanto mio. Devo girare tutto a nome del mio compagno?
La ringrazio molto anticipatamente.
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Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che lei non avendo più un reddito non è possibile che la bambina stia a suo carico poi poiché il carico determina detrazioni che si sottraggono alle imposte da pagare conviene che la bambina stia a carico del suo convivente. Essendosi conclusa la NASPI per avere il reddito di cittadinanza più alto conviene presentare prima ISEE ordinario 2020 poi ISEE corrente 2020. L’ISEE corrente 2020 può essere presentato anche con indicazione della situazione negli ultimi due mesi. Converrebbe dunque aspettare due mesi e poi inserire reddito zero per lei per far rilevare la fine del trattamento relativo alla NASPI. Mi rendo conto che attendere in questo periodo 2 mesi con la emergenza COVID-19 è molto. Se lo presenta adesso rileveranno i 12 mesi antecedenti e dunque sarà considerato nel calcolo il reddito da NASPI. Volturare le bollette e il contratto di locazione sarebbe opportuno per i seguenti motivi : 1) in caso di mancato pagamento i creditori chiederanno a lei gli importi; 2) in caso di accertamento dell’Agenzia delle entrate per redditometro possono rilevare che lei ha delle spese che onora senza un corrispondente reddito determinando il sospetto che lei percepisca redditi sommersi; 3) se intesta il contratto di locazione al suo convivente e lui ha residenza eletta presso l’immobile fittato può percepire una detrazione (che diventa credito di imposta in caso di incapienza di imposte da pagare) a seconda del tipo di contratto di locazione attivato.
Buona serata
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Buongiorno sono un commerciante ambulante con partita iva e lavoro anche come dipendente a chiamata contratto determinato nella ristorazione posso chiedere il sostegno al reddito o ( bonus di 600€ cura Italia?) La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
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Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. Nel suo caso lei avendo un contratto di lavoro a chiamata dovrebbe essere iscritto alla gestione separata Inps. In tal caso come titolare anche di posizione contributiva nella gestione commercianti ha diritto all’indennità di 600 € relativa al mese di marzo per l’emergenza coronavirus. Per richiedere l’indennità si deve presentare domanda all’Inps on line appena sarà predisposta l’area per inviare la domanda on line direttamente dalla sua area Inps oppure tramite soggetto intermediario e cioè CAF o professionista delegato.
Buona serata
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Buongiorno. Vorrei aprire un’attività di Coworking in un ufficio di proprietà di mia mamma. Le fatture ai coworker le emetterei io con la mia p.iva. E’ possibile? posso emettere fattura per un servizio fornito in un immobile che non è mio e per il quale non sono neanche affittuaria?
Grazie
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Buongiorno sono Gatti Domenico. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico quanto segue. Fittare una parte di immobile in coworking significa fittare una porzione di un locale per determinate ore e giorni della settimana nelle quali si può usufruire di arredi, mobilio e attrezzature d’ufficio (ad esempio stampanti, scanner, computer) e dei servizi relativi alle utenze (energia elettrica, telefono, internet e acqua) oltre alla disponibilità di una parte del locale. Quindi si tratta di erogazione di vari servizi. Per svolgere tale attività occorre aprire partita IVA, posizione Inps alla cassa commercianti e impresa individuale alla camera di commercio. L’immobile deve essere comunicato come unità locale presso la camera di commercio e per fare questo occorre un titolo di legittimazione per la detenzione dello stesso immobile; quindi nel caso suo, trattandosi di un immobile di proprietà di sua madre, è sufficiente un comodato d’uso gratuito oppure, se intende pagarle un canone di locazione, allora si deve stipulare un contratto di locazione. Comodato d’uso gratuito o contratto di locazione, a seconda dei casi, devono essere registrati all’Agenzia delle entrate.
Buongiorno, sono pensionato e proprietario di un terreno agricolo, mi è stato proposto un contratto per un diritto di superficie a 25 anni, per impianto fotovoltaico, quale e da cosa dipende la tassazione che dovrò pagare? grazie
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. In caso di cessione del diritto di superficie lei deve stabilire un corrispettivo congruo rispetto alla cessione del diritto di superficie per 25 anni al soggetto interessato alla costruzione di un impianto fotovoltaico sul terreno agricolo di sua proprietà. Questo corrispettivo nel suo caso essendo stato cessionario negli ultimi 5 anni dello stesso diritto di superficie visto che lei è il proprietario pieno del terreno agricolo in questione nel suo caso, ripeto, il corrispettivo che le sarà pagato non deve essere soggetto a imposta.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
Salve. Abbiamo una srl che però, nel primo anno, non è previsto faccia introiti, in pratica serve un anno circa di start up. Per questo motivo l’iva sarebbe un puro costo, almeno per adesso. Abbiamo necessità di sapere quindi se, in contratti di noleggio operativo di beni e in caso di acquisti, è possibile richiedere al noleggiatore/venditore di applicare il regime di reverse charge e, se sì, a quale normativa fare riferimento, perché ci siamo accorti che il 90% non ne ha mai sentito parlare e non saprebbe come applicarlo.
Grazie in anticipo per la consulenza
Buongiorno. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. I noleggi che possono essere fatturati in reverse charge devono rientrare in un contratto di appalto in riferimento a committenze ricevute per lavori edili e si deve trattare di noleggi nei quali l’azienda fornitrice del nolo fornisce anche la manodopera per montaggio e smontaggio attrezzature e operatore che gestisce le attrezzature o i macchinari noleggiati. Si può consultare la risoluzione emessa dall’Agenzia delle entrate n° 205/E del 03/04/2007 come interpretazione dell’art. 17, comma 6, lettera a) del D.P.R. n° 633 del 1972 a seguito di istanza di interpello.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno, io e mia moglie stiamo per firmare il compromesso (che verrà regolarmente registrato) per l’acquisto della prima casa della quale saremo proprietari al 50% e dovremo pagare la fattura per l’intermediazione immobiliare. Vorrei sapere, se possibile, nel caso la fattura fosse intestata esclusivamente a mia moglie, se lei potrà l’anno prossimo detrarre l’intero importo consentito (Euro 190) oppure detrarrà solo Euro 95 (la sua quota di proprietà) ed il resto andrà perso. Grazie. Dario
Buongiorno. In merito alla sua domanda le dico quanto segue. Mi sembra di capire che la fattura emessa dall’agenzia immobiliare ha un importo totale uguale o superiore a 1000,00 €. In tal caso si ha diritto a una detrazione del 19 % di 1000 € e dunque a 190,00 €. Di tale detrazione se si è intestatari al 100 % se ne ha diritto al 100 %; se si è cointestatari dell’immobile adibito a abitazione principale se ne ha diritto in base alla percentuale di possesso. Pertanto sua moglie ha diritto a una detrazione pari al 50 % di 190 € e cioè a 95 €. Il resto è perso.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
dovrei fatturare un lavoro effettuato e non so come impostare la fattura. Il lavoro è stato eseguito presso un condominio, riguarda:
Installazione nuova elettropompa installata al Condominio per €500 (di cui €300 di materiali e €200 di manodopera per installazione), valutazione vecchia elettropompa 100 €, Totale intervento €400. La vecchia elettropompa verrà manutenzionata e rivenduta come elettropompa revisionata.
Come posso contabilizzare l’operazione facendo si che sulla fattura di installazione e vendita della nuova elettropompa risulti il ritiro dell’articolo usato, che ovviamente me lo scali dall’importo totale, ma sopratutto che l’articolo sia poi inserito in magazzino per una vendita futura.
Grazie per la Vs. disponibilità cordiali saluti.
Buongiorno. In merito alla sua domanda la fattura da lei emessa va costruita cosi come segue :
nuova elettropompa 300,00
installazione nuova elettropompa 200,00
importo totale imponibile 500,00
IVA al 22 % 110,00
Totale importo fattura 610,00
Importo netto da pagare 610,00 €
Poi il condominio dovrà emettere un documento in cui dichiara di cedere in vendita alla sua azienda per l’importo di 100 € la vecchia elettropompa.
La registrazione contabile della fattura dovrà essere eseguita come segue :
dare avere
credito v/ clienti 610,00 in dare
ricavi da vendita 300,00 in avere
ricavi da servizi 200,00 in avere
IVA c/ vendite a debito 110,00 in avere
totale importo 610,00 610,00
La registrazione contabile della cessione della vecchia elettropompa dovrà essere compiuta cosi :
debiti v/terzi 100,00 in avere
merci c/acquisti 100,00 in dare
A quel punto la elettropompa vecchia rottamata risulta acquistata dalla sua azienda.
Buona giornata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
ho sulla CU2020 € 3.762,44 di Ritenute Irpef (Punto 21).
Porto già in detrazioni (anno 2020 sesta rata di dieci) spese per ristrutturazione edilizia pari a € 29.600,00 e bonus mobili € 10.000,00.
Ho un rimborso irpef ogni anno di circa € 2.000,00.
Sto per affrontare una nuova ristrutturazione su un altro immobile, ma le detrazioni dell’immobile precedente sono rimaste in carico a me anche successivamente alla vendita (scritto in rogito).
Quanta capienza Irpef mi rimane per svolgere l’altra ristrutturazione?
l’Irpef per quest’anno rimarrà pressoché invariata.
Grazie per l’attenzione.
Saluti
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che poiché lei ha sostenuto un importo totale di spese pari a 39600,00 € detraibili al 50 % in 10 rate per 10 anni ottiene 1980,00 € di detrazioni ogni anno. Pertanto allo scopo di poter recuperare la differenza tra 3.762,44 € e 1980 € e cioè 1782,44 lei può spendere ancora per ristrutturazioni 35.648,80 € questo però ipotizzando che la detrazioni restino al 50 % della spesa per ristrutturazioni divise in 10 rate in 10 anni.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Salve. Dovrei aprire una partita iva da lavoratore autonomo. Produco videogiochi che vengono distribuiti online tramite Patreon. Quale è il mio codice ateco? Grazie in anticipo
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che nel suo caso poiché produce giochi che poi vende on line non occorre l’edizione del gioco. Pertanto deve attivare il codice ateco 62.01.00 avente descrizione “produzione di software non connesso all’edizione”.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buonasera
Sono un Avvocato (non iscritto all’albo perchè non esercito) e studio per il concorso notarile. Faccio parte dello stato di famiglia dei miei genitori.
Da qualche settimana ho intrapreso una collaborazione con una casa editrice che per ora ha ancora carattere non stabile ed occasionale.
Mi sono stati corrisposti due pagamenti mediante bonifico per gli importi di 1250,00 euro e 700,00 euro.
Mi è stata chiesta in proposito una notula, per rilasciare una ricevuta di prestazione occasionale.
Volevo capire come funziona l’imposizione fiscale, come comportarmi con riferimento alla ritenuta di acconto, se fare la dichiarazione dei redditi, le varie soglie (4800, 5000, 8000 euro) anche nella prospettiva di una futura apertura di una partita iva.
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che se lei svolge un’attività che viene remunerata con corrispettivi relativi al pagamento di diritti d’autore essi possono essere dichiarati senza aprire la partita IVA poiché si tratta di corrispettivi dovuti ad un’attività di tipo autorale e non professionale. Se invece la sua collaborazione con l’editore si esplica in un’attività di natura professionale allora può emettere al massimo prestazioni occasionali fino a 6250 € nel’arco di un intero anno e al massimo 3125 € per ogni committente. Quindi nel caso specifico può emettere verso un determinato editore al massimo note per prestazioni occasionali fino a 3125 €. Nelle note di prestazioni occasionali possono figurare servizi resi nel numero massimo di 30 giorni nell’arco dell’intero anno. Superata tale soglia si deve aprire la partita IVA necessariamente. In merito ai contributi previdenziali non si pagano contributi Inps fino a 5000 € di reddito lordo inserito nelle note di prestazioni occasionali; oltre l’importo dei 5000 € si è soggetti alla gestione separata Inps per la parte che eccede i 5000 € di reddito lordo inserito nelle note di prestazioni occasionali.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Nel 2018 rientravo nel regime dei minimi.Dal 2019 ne sono uscito.Le ultime fatture emesse 2018 sono state pagate nel 2019. Ora l’Ente verso cui ho emesso fattura mi avvisa di aver pagato le suddette erroneamente per intero(ovvero senza escludere ritenuta acconto) pretendendo che io versi indietro la somma indebitamente trattenuta oltre agli interessi ed alle sanzioni, provvedendo l’Ente stesso un ravvedimento operoso versando la ritenuta all’Erario. Non ritengo di dover pagare interessi e sanzioni, e mi chiedo se l’Ente verso cui ho emesso fattura ha diritto a chiedermi indietro i soldi, oppure se è tenuto a pagare le fatture così come le ho emesse, lasciando a me l’onere di eventualmente provvedere a saldare il mio debito con l’Erario in merito a quelle fatture
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che ai sensi dell’art. 72 della legge 190 del 2014 (legge istitutiva del regime forfetario) nel momento in cui vengono meno le condizioni per poter aderire al regime forfetario è il contribuente stesso che deve avvisare per tempo l’Ente cliente di tale situazione poiché l’Ente quando dovrà pagare una fattura o parte di una fattura non ancora pagata dovrà pagare solo l’80 % dei compensi indicati e versare all’erario il 20 % dei compensi a titolo di ritenuta d’acconto. Se il fornitore non ha comunicato all’ente per tempo di questa condizione e è stato pagato come se stesse ancora nel regime forfetario ovvero per intero su una intera fattura o sulla parte non ancora pagata residua di una determinata fattura allora è responsabile della restituzione all’Ente del 20 % dei compensi che l’ente dovrà versare come ritenuta d’acconto e anche a questo punto delle sanzioni e interessi per il ravvedimento operoso dovuti a causa del fatto che a questo punto il versamento della ritenuta d’acconto avverrà necessariamente in modo tardivo determinando dunque anche la necessità di versare sanzioni e interessi per il ravvedimento operoso. In riguardo all’IVA non si applica poiché l’IVA è esigibile quando viene emessa la fattura e in questo caso si tratta di fatture emesse nell’anno 2019 e cioè quando non si applicava IVA visto che ci si trovava nel regime forfetario.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
causa questa emergenza sanitaria sono attualmente in cassa integrazione.
Considerando che lavoro nel turismo la ripresa sarà molto lenta.
Nel frattempo vorrei provare a concretizzare un progetto di vendita online di alcuni prodotti di vario genere.
Domanda:
– Posso iniziare la vendita occasionale su amazon senza aprire la p.iva per effettuare un primo test?
– L’eventuale ricavato di amazon varia la mia situazione economica quando effettuo il 730? Devo dichiarare l’eventuale entrata?
– Quali sono gli adempimenti che devo svolgere per effettuare un’attività di questo tipo?
– Posso acquistare prodotti su siti/ negozi e rivenderli senza un loro consenso?
Grazie per il supporto
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che può iniziare un’attività occasionale di vendita su Amazon; questo incide sul modello 730 da presentare. Come adempimenti c’è solo il fatto di emettere e consegnare le ricevute di prestazioni occasionali a Amazon con bollo inserito sopra se supera i 77,47 euro. Lei può acquistare i prodotti dai siti o negozi però si deve capire se si viola qualche regola da loro stabilita se si commercializzano i loro prodotti. In tal caso ci si deve attenere alle regole stabilite dal fornitore.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
ho un’azienda individuale in regime forfettario istituita all’inizio di maggio 2019.
Sto richiedendo un prestito alla Banca dal Fondo di Garanzia per l’emergenza covid.
Il modulo 4 bis per aziende costituite dopo il 1 gennaio 2019 permette di fornire un autocertificazione con ricavi ottenuti nell’ultimo esercizio.
Essendo in regime forfettario la mia commercialista mi ha detto che non può fornirmi un bilancio ed essendo una nuova azienda non ho ancora una dichiarazione dei redditi.
Mi confermate anche voi che è sufficiente l’autocertificazione ai sensi dell’art 47 del dpr. n 445? Perchè la banca vorrebbe un bilancio 2019 però la mia commercialista insiste che essendo in questo regime non può farmi un bilancio.
Grazie mille
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che confermo che basta una autocertificazione ai sensi dell’art. 47 del DPR 445 del 2000 del fatturato incassato in tutto l’anno 2019 ai fini del prestito secondo decreto liquidità.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno, non ho mai fatto la dichiarazione dei redditi e avrei bisogno di alcune dritte. Ho lavorato stagionalmente Luglio e Agosto come Receptionist di hotel e ho percepito l’indennità Naspi nell’anno 2019. Devo fare la dichiarazione dei redditi? Posso farla online da sola? Grazie
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lei avendo due modelli di certificazione unica redditi percepiti 2020 per l’anno 2019 e presumibilmente non essendoci un datore di lavoro che conguaglia le imposte lei deve necessariamente presentare la dichiarazione dei redditi 2020 per l’anno 2019. Se vuole può presentare anche autonomamente la sua dichiarazione dei redditi. Tuttavia a causa dell’importanza dell’operazione ritengo opportuno che i contribuenti si affidino a professionisti per farlo.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
IN CASO DI LICENZIAMENTO DA UNA AZIENDA, SI RICEVE COMUNQUE L’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE SE SI HA UNA PARTITA IVA O SI SONO EMESSE NEI MESI PRECEDENTI RICEVUTE DI PRESTAZIONE OCCASIONE?
DURANTE LO STATO DI DISOCCUPAZIONE, È POSSIBILE RICEVERE L’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE ED EMETTERE CONTESTUALMENTE RICEVUTE DI PRESTAZIONE OCCASIONALE O APRIRE UNA PARTITA IVA?
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che in caso di partita IVA attiva o di emissione di prestazioni occasionali si può chiedere l’indennità di disoccupazione tuttavia si deve sapere che in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali superiore a 4800 € su base annua si perde interamente l’indennità di disoccupazione ricevuta in quel determinato anno; in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali inferiore a 4800 € su base annua si ha diritto a un’indennità di disoccupazione pari all’80 % di quella ordinaria per quel determinato anno. Poi se si chiede l’indennità di disoccupazione anche dopo in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali superiore a 4800 € su base annua si perde interamente l’indennità di disoccupazione ricevuta in quel determinato anno; in caso di reddito derivante da lavoro autonomo per partita IVA aperta o per prestazioni occasionali inferiore a 4800 € su base annua si ha diritto a un’indennità di disoccupazione pari all’80 % di quella ordinaria per quel determinato anno.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Salve
In caso di fallimento dell’azienda, si rischia di perdere il TFR?
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In caso di fallimento di un’azienda si rischia di perdere il TFR; tuttavia i lavoratori sono considerati creditori privilegiati pertanto in caso di presenza dell’attivo dell’azienda i loro crediti verranno pagati prima di altre categorie di crediti.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
Da anni affitto, con regolare contratto registrato, un appartamento a delle studentesse fuori sede; al momento,causa Covid-19, le studentesse sono ritornate presso le loro città di residenza ed hanno chiesto una riduzione temporanea del costo della locazione. Vista la situazione ho concordato con loro una riduzione del 50%. Adesso,essendo gli uffici della Agenzia delle Entrate chiusi, dovrei registrare la scrittura privata che modifica la locazione mensile. Ho letto sui quotidiani che occorre compilare il Mod. 69 sul quale però ho dei dubbi a procedere ed esattamente:
1) Trattasi di adempimento successivo? Credo di sì
2) Alla voce adempimento devo siglare REG.?
3) Sul quadro C devo scrivere qualcosa?
4) Il quadro E deve essere compilato? Cosa vuol dire negozio 7202?; l’affitto di un appartamento a delle studentesse rientra nel negozio 7202 (locazione non finanziaria del fabbricato) cosa significa?
5) Devo compilare anche il modello RLI?
6) Oltre chiaramente alla scrittura privata quali altri documenti o dichiarazioni devo inviare via mail all’Agenzia delle Entrate? Nell’inviare il modello con la scrittura privata cosa debbo scrivere o dichiarare sulla mail?
Mi scusi se mi sono permesso di domandarLe tutte queste cose ma con la chiusura degli uffici sono veramente in difficoltà.
Grazie anticipatamente.
Cordiali saluti.
Antonio
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lei può preparare l’atto di modifica del contratto firmato da entrambe le parti e inserire data di stipula e data di decorrenza dalla quale il canone viene ridotto e data fino alla quale permane tale riduzione del canone di locazione. Dopo dalla data di stipula se antecedente alla data di decorrenza dell’accordo si avrebbero 30 giorni di tempo per registrare la scrittura privata non autenticata. Tuttavia ai sensi del decreto definito “Cura Italia” tutti i termini sono sospesi fino al 31 maggio 2020 e dal 1 giugno si ha tempo fino al 30 giugno per registrare eventuali scritture private su cui pendono i termini sospesi. Comunque qualora volesse registrare subito la scrittura privata le dico quanto segue secondo le domande da lei poste. La registrazione dell’atto di modifica del canone di locazione in senso di riduzione dello stesso canone non è un adempimento successivo. Deve optare per “REG” si tratta di registrazione di un atto che integra un atto registrato in precedenza e cioè il contratto di locazione steso di interesse. Codice negozio indichi 7202 e cioè locazione non finanziaria di fabbricato. Non si deve compilare il modello RLI. Lei deve compilare e firmare il modello 69 in qualità di richiedente e poi deve inviare copia scannerizzata di un suo documento di riconoscimento, del modello 69 firmato, del contratto di locazione e dell’atto di modifica del canone di locazione all’indirizzo e-mail relativo all’ufficio territoriale di competenza dell’Agenzia delle entrate. L’ufficio territoriale di competenza è quello dove è stato registrato il contratto di locazione oggetto di modifica nel canone di locazione stesso stabilito.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno, Dott. Gatti la contatto per avere un chiarimento circa la doppia tassazione che viene applicata ai Frontalieri che lavorano a Lugano (Svizzera). Nello specifico mi potrebbe dire quanto pagherei di tasse per uno stipendio di CHF 3700 lordi, con residenza anagrafica a Martinengo (BG) e quanto percepirei in euro al netto?
Mi sono permesso di contattarla su questa e-mail perché non sono riuscito a scriverle nel suo sito.
La ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti
Carmelo
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. In merito alla sua domanda le dico che lo stipendio lordo di 3700 franchi svizzeri va depurato dell’importo da destinare a contributi previdenziali e a quel punto restano 3469,76 franchi svizzeri. Poi se consideriamo 13 mensilità e che si deve applicare a quel punto la tassazione italiana allora viene un importo netto di 32836,82 euro per un importo medio di 2525,91 euro. Ovviamente non ho considerato le ritenute che il datore di lavoro le applica; bensì ho applicato direttamente la tassazione italiana.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno, ho un part-time da dipendente 4 ore giornaliere ed un secondo lavoro come assistenza con contratto collaborativo continuativo (co.co.co.) , con l’assistenza non avendo lavorato tutto Marzo 2020 mi dicono dal loro ufficio che tutte le collaboratrici possono richiedere l’aiuto dei 600 euro all’INPS ma chi ha un ulteriore lavoro di non fare la domanda perché poi tra qualche anno li dobbiamo restituire con un’ulteriore mora … Che faccio??
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che secondo il decreto “Cura Italia” lei essendo iscritta alla cassa obbligatoria relativa ala Fondo pensioni lavoratori dipendenti non può richiedere l’indennità di 600 €. Per intenderci se lei avesse avuto solo il contratto di collaborazione coordinata e continuativa e quindi essendo iscritta solo alla gestione separata Inps aveva diritto a richiedere i 600 €. Avendo anche il contratto di lavoro dipendente in essere anche se part-time o lavora o si può accedere per il tramite dell’azienda alla Cassa integrazione guadagni ordinaria o in deroga a seconda dei casi.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Salve ho un figlio che ha lavorato per l anno 2019 per un reddito complessivo lordo di 3880 ha 21 anni
Mi sono state tolte le detrazioni dicendo che il reddito era di 2840 ma invece è di 4000 per figlio minore di 24 anni se è così come faccio a recuperarli sempre se si può grazie
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che il datore di lavoro avrebbe dovuto applicare le detrazioni poiché suo figlio aveva meno di 24 anni nel 2019 e nel 2019 ha avuto reddito lordo inferiore a 4000 €. Per recuperare le detrazioni dovrà presentare dichiarazione dei redditi nel 2020 per l’anno di imposta 2019 inserendo le detrazioni per figlio a carico.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
La commercialista mi ha detto che posso recuperarli col 730 giusto? Il cud che ho ricevuto c è solo mia moglie a carico spero di essere stato chiaro grazie di nuovo
Buonasera. A quanto ho capito nella certificazione unica è stata inserita sua moglie come soggetto a carico però se suo figlio non è stato inserito allora come le ho detto lei può recuperare le detrazioni per suo figlio a carico in dichiarazione dei redditi e quindi può farlo compilando il modello 730. Per ulteriori consulenze il servizio è a pagamento.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno, mia moglie nel 2019 ha lavorato per brevissimo tempo con 2 datori di lavoro differenti, ma il suo reddito complessivo non supera i 2840.51 Euro. Il mio dubbio è se considerarla fiscalmente a carico visto che non raggiunge il limite di reddito, oppure no, in quanto la presenza di più datori di lavoro la obbligherebbe a farsi la dichiarazione per conto suo. Grazie
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che sua moglie avendo lavorato con due datori di lavoro avrà due modelli di certificazione unica 2020 (riferiti all’anno di imposta 2019). Se l’ultimo dei due datori di lavoro ha conguagliato le imposte complessive non c’è obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi. Se l’ultimo dei datori di lavoro invece non ha conguagliato le imposte complessive allora deve provvedere a presentare la dichiarazione dei redditi anche sua moglie. Detto ciò essendo il reddito lordo percepito da sua moglie nell’anno 2019 inferiore a 2840,51 euro allora sua moglie può risultare a suo carico e lei dunque può beneficiare delle detrazioni per moglie a carico.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno,
Vi espongo la mia situazione.
Pochi giorni prima dell’attuale emergenza Covid19 ero assunto a tempo indeterminato, stavo per spostarmi in un’altra azienda dello stesso settore per un contratto simile ma che avrebbe avuto una retribuzione migliore, ho quindi presentato volontariamente le mie dimissioni per far si che che il nuovo datore mi potesse assumere! Purtroppo però l’azienda in questione ha avuto un brusco calo lavorativo dovuto a tale emergenza e attualmente non è più in grado di assumermi. La mia domanda è: posso usufruire di disoccupazione naspi o Rdc dal momento in cui ho presentato volontariamente le dimissioni? Ero assunto da agosto 2018. Vi ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che avendo presentato dimissioni volontarie non può usufruire di Naspi; la Naspi in caso di dimissioni la si può ottenere solo se si tratta di dimissioni per giusta causa. Ciò che può fare è richiedere il reddito di cittadinanza.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buongiorno. Desidero sapere se il decreto aiuta anche chi lavora solo con ritenuta d’acconto
Grazie
Mezzadri vania
Buonasera. In merito alla sua domanda se ho ben compreso lei fa riferimento a chi ha svolto prestazioni occasionali. Purtroppo il decreto “Cura Italia” non prevede indennità per prestatori occasionali.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Salve, sarei intenzionato ad avviare una attività di self publishing, in merito al quale è richiesta l’apertura di una partita iva, in particolare al momento della pubblicazione del primo libro. Vorrei, attraverso la vostra consulenza, comprendere il modo in cui effettuare tale apertura e tutti gli elementi fiscali da prendere in considerazioni in merito alla attività suddetta.
Vi ringrazio anticipatamente e resto in attesa di un vostro gentile riscontro.
Buonasera. In merito alla sua domanda le dico che per la attività di self pubblishing dovrebbe aprire partita IVA con codice ateco 58.11.00 . Non essendoci un editore che si assume il rischio della produzione del libro e che si occupi della commercializzazione dello stesso testo non è prevista l’agevolazione dell’applicazione dell’IVA al 4 % sulle vendite per l’editore secondo l’art. 74 del D.P.R. 633 DEL 1972 mentre invece lei può opatre per il regime forfetario e se non ha mai svolto prima tale attività si applica un imposta sostitutiva pari al 5 % (invece del 15 % previsto per attività già svolte in precedenza) sul 67 % dei ricavi incassati in un anno. Stando nel regime forfetario lei può tramite comunicazione a da inviare all’Inps pagare invece che contributi fissi per la gestione commercianti pari a 3850,52 € all’anno contributi ridotti al 65 % dello stesso importo pari a 3850,52 € e cioè pari a 2502,84 € in un anno di attività. Superati i 15.593 € di reddito imponibile ai fini dell’imposta sostitutiva si applicano i contributi a percentuale pari al 24,09 % sulla differenza tra reddito imponibile ora citato e 15593 €.
Buona serata
dott. Gatti Domenico
Buonasera,
con la presente vi pongo un quesito in merito al seguente argomento: affitto di ramo d’azienda e iva.
Vi presento il caso: colui che affitta il ramo d’azienda è un imprenditore commerciale in regime forfettario.
L’atto notarile indica l’importo del corrispettivo percepito + iva (22%) da pagare con unica soluzione.
Quesito: la fattura emessa dall’affittante deve indicare un unico importo: corrispettivo + iva, oppure su questa operazione non deve essere applicata l’iva perché in regime forfettario?
Vi ringrazio anticipatamente della risposta
Buonasera. In merito alla richiesta di consulenza le dico che in caso di imprenditore commerciale in regime forfetario se il fitto d’azienda non riguarda una delle attività escluse dal regime forfetario è possibile emettere fattura con solo imponibile senza IVA e applicare il regime forfetario anche al fitto di ramo d’azienda. Ovviamente la somma dei ricavi da attività commerciale incassati più i fitti di ramo d’azienda incassati nell’anno di interesse non devono superare l’importo di 65000 € altrimenti si esce dal regime forfetario a partire dall’anno successivo a quello in cui si è verificata la mancanza del requisito per accedere al regime forfetario e cioè ricavi incassati per importo inferiore o uguale a 65000 €.
Buona serata
Buongiorno, ero associato ad una associazione sanitaria integrativa lavoratori telecomunicazioni. Tale associazione a fronte di quota iscrizione annuale, eroga rimborsi per cure mediche dietro presentazione di fatture e altra documentazione.
Ho ricevuto 1 rimborso per cure dentistiche nel 2016 e un rimborso nel 2018. Tali rimborsi sono stati dichiarati nelle dichiarazioni dei redditi dei due anni e quindi ho usufruito solo della detrazione sulla differenza tra importo fattura e importo rimborso. Per una clausola normativa ho dovuto restituire i suddetti rimborsi ad inizio gennaio 2020. A questo punto chiedo se gli importi da me pagati a fronte di rimborsi ottenuti e poi restituiti possono essere recuperati in sede di dich. redditi o in altro modo.
Grazie per il parere e buon lavoro!
Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che siccome la manifestazione finanziaria di “pagamento” si verifica quando lei restituisce gli importi ricevuti a rimborso in precedenza allora può detrarre gli importi – secondo una determinata e ragionevole interpretazione delle istruzioni e informative emanate dall’Agenzia delle entrate – nell’anno di restituzione del pagamento. Però si deve aggiungere che in caso di spese riferite a soggetti sanitari privati tranne che per spese relative a medicinali e dispositivi medici la restituzione degli importi all’assicurazione sanitaria deve avvenire in modo tracciato dal 01/01/2020.
Buona serata
buongiorno sono dipendente preso una azienda commerciale con meno di 6 dipendenti ,data l’emergenza scaturita dal coronavirus e avendo cessato la prestazione lavorativa in data 09/03/2020 proprio per la chiusura temporanea del locale situato in puglia,città taranto, ho chiesto al consulente di lavoro dell’azienda se fosse stata inoltrata la mia richiesta per usufruire della cassintegrazione(tenendo conto che sono inquadrato a tempo indeterminato dal 08/2017). la sua risposta è stata la seguente: La regione ha stanziato i soldi per la cassaintegrazione in deroga il 21 ,ma ancora non è operativa la procedura e secondo lui dovrebbero attivarla nell’arco di 2/3 giorni, ed allora il titolare della azienda potrà fare la richiesta.dopodichè una volta accettata dovrò fare io stesso la richiesta all’inps. volevo sapere cortesemente da voi se questa prassi è giusta o è una presa per i fondelli per guadagnare tempo in quanto oltretutto avanzo gli stipendi di gennaio febbraio e i primi 10 giorni di marzo.grazie anticipatamente
Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che in caso di cassa integrazione in deroga le domande si trasmettono alla Regione o provincia autonoma a seconda dei casi da parte dell’azienda stessa. L’azienda indica alla regione o provincia autonoma i lavoratori beneficiari della cassa integrazione in deroga. Dopo la regione o provincia autonoma trasmetterà entro 48 ore i dati dei beneficiari all’Inps e l’Inps liquiderà le indennità sui conti correnti dei beneficiari direttamente. Non occorre che la domanda venga presentata dai lavoratori.
Buona serata
Buongiorno,ho contratto indeterminato dal 07.01.20 artigiano metalmeccanico.Sono a casa per corona virus non pagata.Mi hanno detto che non possiamo usufruire di cassa integrazione perché l’azienda risulta da pochi mesi, l’anno scorso ha cambiato settore e non abbiamo diritto, dovevamo avere 36 mesi di esistenza come azienda. Vorrei sapere se e così e c’è qualche legge che tutela operai come me?
Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che nella situazione attuale di emergenza COVID-19 alla cassa integrazione ordinaria possono avere accesso solo le aziende che contribuiscono al fondo di integrazione salariale FIS con più di 5 dipendenti; per il resto delle aziende e cioè quelle con numero uguale o inferiore a 5 dipendenti o non iscritte al Fondo di integrazione salariale FIS possono richiedere l’intervento della cassa di integrazione in deroga. Entrambi gli interventi di cassa integrazione ordinaria e quello della cassa di integrazione in deroga possono durare al massimo 9 settimane se relativi alla situazione di emergenza COVID-19.
Buona serata
Buongiorno, sono un maestro di tennis con partita IVA regime dei minimi. Vorrei sapere cosa devo fare se fornissi delle video lezioni online. Che tipo di fatture devo fare per clienti UE o EXTRA-UE. Ho letto che dovrei emetterle solo in caso di richiesta del cliente…..e se non emetto fattura come registro l’incasso???
In attesa porgo cordiali saluti.
Andrea
Buongiorno. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che lei essendo già titolare di partita IVA dovrebbe avere già attivato il codice ateco 85.51.00 codice che fa riferimento all’attività di “corsi sportivi e ricreativi” anche per fornire video lezioni on line. Se è già attivo tale codice attività va bene cosi e mi sembra di aver capito che si trova nel regime dei superminimi; se lo attiva ora può solo optare per il regime forfetario poiché non si può più aderire al regime dei superminimi. La fattura dovrà essere costruita secondo il modello opportuno per il regime dei superminimi o forfetario a seconda del regime fiscale agevolato nel quale si trova. In ogni caso non ha obbligo di fattura elettronica. Lei svolge un attività professionale e per questo motivo ad ogni incasso ha l’obbligo di emettere fattura e può emettere solo fattura. Lei deve emettere la fattura anche a clienti che si trovano in paesi dell’Unione europea diversi dall’Italia o in paesi che non fanno parte dell’Unione europea. Quindi gli incassi lei li può certificare solo con emissione di fattura. Pertanto è opportuno che si faccia inviare il codice fiscale da parte di ogni cliente. Qualora dovesse incorrere nella situazione che non può più rintracciare il cliente lei può comunque denunciare il corrispettivo all’Agenzia delle entrate in dichiarazione dei redditi e di conseguenza pagare l’imposta sostitutiva di interesse. Inoltre deve consegnare la fattura la cliente o inviarla tramite e-mail inviata da un suo indirizzo di posta elettronica certificata inserendo nel corpo del messaggio un particolare riferimento normativo allo scopo di ottemperare all’onere di consegnare o far recapitare la fattura al cliente. Naturalmente deve conservare documentazione a supporto dell’incasso e elementi a supporto della impossibilità di rintracciare il cliente.
Buona giornata
Buongiorno,
vorrei chiederle qualche informazione. Il 19 marzo 2020 la mia Naspi è terminata, avevo dei colloqui in corso per trovare un nuovo lavoro, ma con l’arrivo del coronavirus è andato tutto in fumo.
Convivo col mio compagno, dipendente a tempo indeterminato, e abbiamo una bimba di 3 anni che fino ad ora ho avuto in carico io al 100%.
Il nostro isee a gennaio 2020 era di poco piu di 11000 €.
Vorrei sapere innanzitutto se essendo io ora inoccupata la bambina la devo per forza mettere in carico al mio compagno.
E poi cosa posso fare ora. Posso richiedere il reddito di cittadinanza facendo prima l’isee corrente? Ma l’isee corrente posso farlo subito o devo attendere dei mesi? Perchè io dal 20 marzo non percepisco più reddito, ma fino al 19 marzo percepivo la naspi, e so che il calcolo dell’isee corrente viene calcolato in base al reddito dei 12 mesi prima.
Il mio problema è che ora non percepisco nulla e causa coronavirus non troverò lavoro a breve, e se non posso richiedere subito qualcosa lo stipendio del mio compagno non ci basta per affitto, bollette, spesa, ecc.
Inoltre io ho anche intestate tutte le bollette e il contratto d’affitto, è tutto a nome soltanto mio. Devo girare tutto a nome del mio compagno?
La ringrazio molto anticipatamente.
Buonasera. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico che lei non avendo più un reddito non è possibile che la bambina stia a suo carico poi poiché il carico determina detrazioni che si sottraggono alle imposte da pagare conviene che la bambina stia a carico del suo convivente. Essendosi conclusa la NASPI per avere il reddito di cittadinanza più alto conviene presentare prima ISEE ordinario 2020 poi ISEE corrente 2020. L’ISEE corrente 2020 può essere presentato anche con indicazione della situazione negli ultimi due mesi. Converrebbe dunque aspettare due mesi e poi inserire reddito zero per lei per far rilevare la fine del trattamento relativo alla NASPI. Mi rendo conto che attendere in questo periodo 2 mesi con la emergenza COVID-19 è molto. Se lo presenta adesso rileveranno i 12 mesi antecedenti e dunque sarà considerato nel calcolo il reddito da NASPI. Volturare le bollette e il contratto di locazione sarebbe opportuno per i seguenti motivi : 1) in caso di mancato pagamento i creditori chiederanno a lei gli importi; 2) in caso di accertamento dell’Agenzia delle entrate per redditometro possono rilevare che lei ha delle spese che onora senza un corrispondente reddito determinando il sospetto che lei percepisca redditi sommersi; 3) se intesta il contratto di locazione al suo convivente e lui ha residenza eletta presso l’immobile fittato può percepire una detrazione (che diventa credito di imposta in caso di incapienza di imposte da pagare) a seconda del tipo di contratto di locazione attivato.
Buona serata
Buongiorno sono un commerciante ambulante con partita iva e lavoro anche come dipendente a chiamata contratto determinato nella ristorazione posso chiedere il sostegno al reddito o ( bonus di 600€ cura Italia?) La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
Buonasera sono il dott. Gatti Domenico. Nel suo caso lei avendo un contratto di lavoro a chiamata dovrebbe essere iscritto alla gestione separata Inps. In tal caso come titolare anche di posizione contributiva nella gestione commercianti ha diritto all’indennità di 600 € relativa al mese di marzo per l’emergenza coronavirus. Per richiedere l’indennità si deve presentare domanda all’Inps on line appena sarà predisposta l’area per inviare la domanda on line direttamente dalla sua area Inps oppure tramite soggetto intermediario e cioè CAF o professionista delegato.
Buona serata
Buongiorno. Vorrei aprire un’attività di Coworking in un ufficio di proprietà di mia mamma. Le fatture ai coworker le emetterei io con la mia p.iva. E’ possibile? posso emettere fattura per un servizio fornito in un immobile che non è mio e per il quale non sono neanche affittuaria?
Grazie
Buongiorno sono Gatti Domenico. In merito alla sua richiesta di consulenza le dico quanto segue. Fittare una parte di immobile in coworking significa fittare una porzione di un locale per determinate ore e giorni della settimana nelle quali si può usufruire di arredi, mobilio e attrezzature d’ufficio (ad esempio stampanti, scanner, computer) e dei servizi relativi alle utenze (energia elettrica, telefono, internet e acqua) oltre alla disponibilità di una parte del locale. Quindi si tratta di erogazione di vari servizi. Per svolgere tale attività occorre aprire partita IVA, posizione Inps alla cassa commercianti e impresa individuale alla camera di commercio. L’immobile deve essere comunicato come unità locale presso la camera di commercio e per fare questo occorre un titolo di legittimazione per la detenzione dello stesso immobile; quindi nel caso suo, trattandosi di un immobile di proprietà di sua madre, è sufficiente un comodato d’uso gratuito oppure, se intende pagarle un canone di locazione, allora si deve stipulare un contratto di locazione. Comodato d’uso gratuito o contratto di locazione, a seconda dei casi, devono essere registrati all’Agenzia delle entrate.
Saluti
dott. Gatti Domenico